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Il Castello Estense, o Castello di San Michele, è il monumento più rappresentativo della città di Ferrara.
Le origini:
Il Castello Estense sorse nel 1385 come strumento di controllo politico e militare. La prima pietra fu posata simbolicamente il 29 settembre, giorno di San Michele, protettore di porte e rocche urbiche. L’opera fu commissionata all’architetto Bartolino da Novara, già artefice dei castelli di Pavia e Mantova, dal marchese Niccolò II d'Este che ritenne indispensabile dotarsi di una potente macchina repressiva dopo un’imponente rivolta popolare scatenatasi nel maggio di quello stesso anno. Alla notizia di un ennesimo aumento delle tasse, i ferraresi insorsero e chiesero a gran voce la consegna di Tommaso da Tortona, consigliere del marchese e responsabile della riscossione delle gabelle. Tommaso, dopo aver debitamente ricevuto i Sacramenti, fu consegnato dal marchese alla folla inferocita, che lo fece letteralmente a pezzi.
Il Castello sorse intorno alla Torre dei Leoni, un'antica torre di avvistamento già esistente nel XIII secolo ed inserita lungo la cinta muraria che allora delimitava la città verso nord. Bartolino da Novara chiuse il quadrilatero facendo edificare altre 3 torri: Marchesana a sud-est, di S. Paolo a sud-ovest e di S.Caterina a nord-ovest. La struttura ebbe quindi in origine la funzione di fortezza difensiva: di quel periodo sono le torri e i ponti levatoi ma nel tempo il suo carattere di reggia dinastica mise in ombra quello militare.
Il Quattrocento:
Dopo il colpo di stato tentato nel 1476 da Niccolò, figlio di Leonello d'Este, Ercole I decise di stabilirsi nel Castello e quindi di apportare all’edificio diversi cambiamenti per adattarlo alla vita di Corte. In quel periodo venne raddoppiato il corpo di fabbrica compreso tra la Torre Marchesana e quella dei Leoni e furono iniziati i lavori per ampliare e mettere a decoro la “Via Coperta”, fino ad allora un semplice camminamento che collegava il Castello al Palazzo Ducale, la precedente residenza signorile. Alla figura di Ercole I si deve la cosiddetta “Addizione Erculea”, affidata all’opera dell’architetto e urbanista Biagio Rossetti nel 1492. L’Addizione prevedeva la costruzione di una grande cintura fortificata che avrebbe raddoppiato le dimensioni della città verso settentrione e reinventato Ferrara in chiave moderna,
tanto da poterla annoverare a pieno diritto fra le principali capitali europee. Ulteriore effetto dell’operazione era di spostare il baricentro della struttura urbana e rompere le gerarchie urbane tradizionali.
Il Cinquecento:
All’ inizio del Cinquecento, Alfonso I continuò i lavori di ristrutturazione e decorazione del Castello intrapresi dal suo predecessore Ercole.
A partire dal 1507 Alfonso fece completamente ristrutturare la Via Coperta per collocarci le proprie stanze private. In particolare bisogna ricordare i famosi “Camerini d’Alabastro” dove trovarono posto le sue preziose collezioni d’arte che comprendevano dipinti di Tiziano, Dosso Dossi e sculture di Antonio Lombardo. I cambiamenti apportati non incisero sostanzialmente sull’aspetto esteriore del Castello ma dopo un grave incendio scoppiato nel 1554 vennero avviate diverse campagne di ristrutturazione ad opera di Girolamo da Carpi e alla sua morte da Alberto Schiatti. L’intervento del Carpi non modificò la struttura del complesso ma si limitò ad emendarli in pochi e qualificanti elementi, sufficienti tuttavia a ridefinire l’aspetto ed il significato simbolico. Le balaustre di marmo sostituirono i merli a coda di rondine medievali ingentilendo così l’aspetto del Castello mentre l’aggiunta delle altane servì a slanciare la costruzione verso l’alto, sostituendo all’ottica dell’osservazione militare quella della contemplazione del paesaggio.
Al quinto ed ultimo Duca d’Este, Alfonso II, è invece riconducibile il vasto programma per la messa a decoro del Castello, che interessò l'intero edificio, a partire dal cortile interno fino ai saloni del piano nobile. Nel 1597 Alfonso II morì senza lasciare eredi diretti e Papa Clemente VIII ne approfittò per togliere il governo della città agli Estensi, i quali dovettero l’anno successivo lasciare definitivamente Ferrara per trasferirsi a Modena.
Con l’insediamento dei Cardinali Legati nel Castello, che ne fecero la sede amministrativa del territorio ferrarese, si assistette ad una progressiva decadenza della città: da capitale estense ad anonima periferia dello Stato Pontificio. Gli interventi posti in essere di questo periodo sono pochi e sostanzialmente limitati alla zona della Torre di Santa Caterina, quali l’ampliamento del rivellino nord e la decorazione delle sale adiacenti.
Gli ambienti del
castello:
- Cucine ducali: con l’ampliamento dell’avancorpo est nei primi anni del Cinquecento, il duca Alfonso I fece costruire la grande Sala delle Cucine sulle fondamenta dell’antica Porta del Leone. A testimonianza dell’antico uso della sala sono rimaste due finestrelle quadrate che fungevano da prese d’aria par un camino a tutta parete che occupava il lato nord.
I banchetti della Corte si componevano di innumerevoli portate inframmezzate da rappresentazioni sceniche ed intrattenimenti musicali: questo connubio tra coreografia e gastronomia permetteva al duca di ostentare la propria ricchezza e potere. Da ciò si può comprendere il motivo per cui i grandi “scalchi”, abilissimi cuochi e cerimonieri, erano tenuti in particolare considerazione nelle Corti di tutta Europa. Uno in particolare è rimasto famoso: Cristoforo da Messisbugo, al servizio di ben due duchi estensi Alfonso I ed Ercole II. Geniale regista di tanti fastosi ricevimenti Messisbugo concepiva il banchetto come “una festa magnifica, tutta ombra, sogno, chimera, fittione, mettafora et allegoria”.
- Le prigioni e Sala del Cordolo:
le prigioni del Castello, poste al livello del fossato, si trovano nei sotterranei della Torre dei Leoni. Gli Estensi vi rinchiusero personaggi d’alto rango o comunque prigionieri per cui occorreva una particolare sorveglianza, non certo detenuti comuni che trovavano posto nelle carceri del Palazzo della Ragione. In alcune celle è ancora possibile riconoscere alcune tracce lasciate dai reclusi come ad esempio delle scritte graffite sui mattoni della pareti.
Le cronache antiche riferiscono che queste segrete furono sfondo della tragica fine di Ugo Aldobrandino e Parisina Malatesta: rispettivamente il figlio di primo letto e la seconda moglie del Marchese Niccolò III. Nel 1425 il Duca, dopo aver scoperto i giovani amanti, ordinò la loro decapitazione e furono condotti al patibolo in fondo alla Torre Marchesana.
Altri “ospiti” illustri delle segrete del Castello furono don Giulio e don Ferrante, fratelli di Alfonso I. Vennero rinchiusi nel 1506 dopo aver attentato alla vita del Duca e del fratello Cardinale Ippolito. Per Ferrante la prigionia terminò dopo ben 34 anni con la sua morte mentre Giulio fu graziato da Alfonso II nel 1559 all’età di 81 anni.
Le cronache dell’epoca ricordano lo stupore dei ferraresi nel vedere don Giulio, vecchio ma ancora vigoroso, spostarsi per le strade della città abbigliato alla moda di cinquant’anni prima.
Accanto alle prigioni si trova la Sala del Cordolo che presumibilmente fungeva da posto di guardia. Prende il nome dal cordolo di marmo che attraversa la sala e che corre lungo tutta la parete, un tempo si trovava all’esterno e venne poi incorporato nella struttura del Castello.
- Loggia degli Aranci e giardino pensile:
il Giardino degli Aranci assunse le dimensioni e le caratteristiche che vediamo ancora oggi con Alfonso I. Testimonianza di ciò è la presenza della “granata svampante”, impresa personale del duca, scolpita sui capitelli della loggia.
Nel 1531 viene costruito il muretto perimetrale merlato del giardino, poi crollato e ricostruito più volte nei secoli, e la Loggia con le quattro arcate a tutto sesto.
Girolamo da Carpi, impegnato nel rinnovamento del Castello a partire dal 1554, non tralascia il Giardino Pensile dove vengono iniziate considerevoli opere decorative dei merli che vengono dipinti a finti marmi.
Nel 1562 le merlature, secondo gli archivi dell’epoca, vengono demolite e ricostruite. Si provvederà nuovamente alla loro decorazione pittorica che dovrebbe essere l’ultima documentata in epoca estense.
Il giardino nei secoli subisce diverse sistemazioni: da una prima edizione con vialetti, terreno riportato e coltivazione in aiuole di piante annuali, si arrivò agli aranci piantati in grandi mastelli di legno che nella stagione invernale venivano riparati nella Loggia utilizzata come serra. Ancora oggi gli aranci vengono spostati ad ogni cambio di stagione.
L'epoca moderna:
nel 1860 Ferrara venne annessa al Regno d'Italia. Il Castello, divenuto proprietà dello Stato, fu acquistato per 70.000 lire nel 1874 dall’Amministrazione Provinciale di Ferrara che ne utilizzerà gli spazi come sede dei propri uffici e della Prefettura.
Negli anni l’efficienza strutturale del monumento è stata salvaguardata grazie ai continui lavori di manutenzione, ai quali si sono affiancate, in vari momenti, specifiche opere di restauro. Molti interventi furono fatti nel periodo tra il 1910 ed il 1930, alcuni molto discutibili come quelli tesi a creare una piena accessibilità del cortile del Castello alle autovetture. Durante la Seconda guerra mondiale fu demolito dai bombardamenti il rivellino nord e venne ricostruito fedelmente nel 1946 dal Genio Civile.
Il castello oggi:
In tempi recenti molte sale del Castello sono state aperte al pubblico e questo grazie ad un attento restauro, durato anni, culminato nel 2004 con l’inaugurazione del nuovo allestimento museale predisposto da Gae Aulenti, architetto di fama mondiale.
A seguito di un accordo stretto tra il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo e la Provincia di Ferrara, nel 2006 è nato il progetto Ermitage Italia che avrà la propria sede di rappresentanza nel Castello. Nascerà quindi a Ferrara un centro di studio e ricerca finalizzato alla catalogazione delle opere italiane dell’Ermitage con un occhio particolare alle opere legate agli Estensi. Si prevedono anche attività di formazione per ricercatori e restauratori, attività editoriali ed eventi espositivi. L'accordo diverrà pienamente operativo solamente nella seconda meta del 2007. |
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